Emmanuel - The broken diary - Quinta e ultima stagione - Fifth and Final Season
E' disponibile su Amazon l'intero romanzo di Emmanuel:
Sono inoltre disponibili su Audible, sotto forma di audiolibro, la prima e la seconda parte del romanzo di Emmanuel:
Emmanuel - Il diario interrotto - Parte I (Il vento dentro)
Emmanuel - Il diario interrotto - Parte II (La metafora perfetta)
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Il romanzo è tratto da un diario autentico, scritto da un adolescente di cui si sono perse le tracce anni fa, che chiameremo per convenzione Emmanuel; il libro è ambientato nei primi anni '90. Emmanuel è un adolescente irrequieto, incapace di accontentarsi del molto che possiede e con una personalità borderline che lo porterà a fare esperienze intense e disordinate, alla ricerca di un "senso". In questa sua ricerca travolgerà diversi personaggi, tra cui Antonia, la fidanzata del fratello Michele.
Gli interpreti sono due bravi attori-doppiatori, Elisa Gandolfi e Paolo Malgioglio.
Emmanuel - The broken diary - Quinta e ultima stagione - Fifth and Final Season
3.20. L'ultimo miracolo (Antonia scopre di essere incinta)
Ed eccoci all'episodio conclusivo di questa terza stagione.
Antonia, con sua grande sorpresa, dopo essere stata dichiarata sterile in seguito alla sua operazione, scopre di essere incinta.
Da questo momento in avanti la sua vita cambierà del tutto.
Gli interpreti sono Elisa Gandolfi e Paolo Malgioglio.
La colonna sonora è costituita dall'Ouverture della "Traviata" di Giuseppe Verdi e dalla Ballata n. 1 op. 23 in sol minore di Chopin.
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And here we are at the final episode of this third season.
Antonia, to her great surprise, after having been declared sterile following her operation, discovers that she is pregnant.
From this moment on her life will change completely.
The interpreters are Elisa Gandolfi and Paolo Malgioglio.
The soundtrack consists of the Overture to Giuseppe Verdi's "Traviata" and the Ballade n. 1 op. 23 in G minor by Chopin.
Emmanuel si manifesta in me sotto forma di piacere fisico: credo che sia il modo elementare con cui il mio corpo reagisce alla gioia per la sua presenza, come un cane non può fare a meno di scodinzolare alla vista del padrone. Perciò quando mi sono svegliata, imbottita di sedativi, ed ho avvertito quella sensazione inconfondibile, ho avuto ben pochi dubbi sul suo significato.
Mi vesto immediatamente e vado alla visita che ho prenotato ieri.
- Ce l'abbiamo fatta, signora: congratulazioni! Non le nascondo che non ci speravo, ma le cure hanno funzionato.
Si sfila i guanti di lattice sorridendo e li getta nella pattumiera.
- Da quanti mesi siete sposati?
- Un mese e mezzo.
- Allora, quando si è sposata, era già incinta da almeno tre settimane, lo sa?
- Ne è sicuro, dottore?
- Sicurissimo. Comunque, per stare più tranquilli, faremo un'ecografia.
L'ecografia conferma le supposizioni del bravo dottore. Quello che il ginecologo non può sapere è che Michele, prudente come al solito, ha smesso di prendere precauzioni solo dopo il matrimonio.
Esco dallo studio camminando a qualche metro dal suolo.
È una bella giornata: mi avventuro nel parco del Valentino e costeggio il Po. Osservo i pescatori, i gesti lenti e precisi con cui curvano all'indietro le lunghe canne per poi lanciare le lenze nell'acqua. Mi tolgo le scarpe e, stando attenta a non calpestare qualche siringa, cammino nell'erba fino ad un gruppo di canottieri abbronzati che stanno tirando in secco le loro imbarcazioni. Una pittrice naïf ritrae l'Eremo sulla collina di fronte: mi fermo ad osservare il suo lavoro. Poi scendo lungo l'argine ed aggrappandomi ad un giovane salice mi lascio trasportare dal mio peso in un girotondo intorno al suo tronco. È un gesto dell'infanzia che avevo dimenticato. Mi siedo nel prato, inspiro il profumo dell'erba e appoggio le mani sul ventre con un senso di profondo benessere: va tutto bene, lui è qui, siamo di nuovo insieme, e questa volta non permetterò a nessuno di portarmelo via, nessuno.
È finita: non più tè alle cinque del pomeriggio, non più domeniche di pranzi in famiglia e partite a carte, non più notti di sesso inutile, non più finzioni, non più mistificazioni, non più menzogne, ma solo la sua musica dentro e fuori il silenzio. È il suo ultimo miracolo: mi costa la vita, ma non avrò un attimo di rimpianto.
Chiudo gli occhi e mi addormento al tiepido sole di fine agosto.
...
Michele rientra dal lavoro e mi trova seduta su una valigia nell'ingresso, circondata dai miei bagagli.
- Ciao amore. Che fai lì?
Sulle prime pensa ad uno scherzo, poi capisce che faccio sul serio; si china su di me.
- Ma che succede?
So che dovrei piangere, ma non c'è nemmeno una lacrima nei miei occhi. Chiudo ermeticamente tutte le mie saracinesche. Le parole di Michele penetrano a fatica la barriera della mia mente, arrivano alle mie orecchie lontane e ovattate. Devi essere stanca, hai una faccia tremenda, vai a riposarti.
Sollevo lo sguardo e da una distanza siderale gli comunico la notizia. Un attimo di sospensione. Piomba in una dissonanza frenetica di ma come ma cosa ma perché. Poi mi fa una domanda stupida. Gli rispondo con un pallido sorriso:
- Come Emmanuel chi? Tuo fratello, Michele.