Emmanuel - The broken diary - Quinta e ultima stagione - Fifth and Final Season
E' disponibile su Amazon l'intero romanzo di Emmanuel:
Sono inoltre disponibili su Audible, sotto forma di audiolibro, la prima e la seconda parte del romanzo di Emmanuel:
Emmanuel - Il diario interrotto - Parte I (Il vento dentro)
Emmanuel - Il diario interrotto - Parte II (La metafora perfetta)
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Il romanzo è tratto da un diario autentico, scritto da un adolescente di cui si sono perse le tracce anni fa, che chiameremo per convenzione Emmanuel; il libro è ambientato nei primi anni '90. Emmanuel è un adolescente irrequieto, incapace di accontentarsi del molto che possiede e con una personalità borderline che lo porterà a fare esperienze intense e disordinate, alla ricerca di un "senso". In questa sua ricerca travolgerà diversi personaggi, tra cui Antonia, la fidanzata del fratello Michele.
Gli interpreti sono due bravi attori-doppiatori, Elisa Gandolfi e Paolo Malgioglio.
Emmanuel - The broken diary - Quinta e ultima stagione - Fifth and Final Season
4.10. Il sogno di Michele - Parte I (Michele e Lucifero a colloquio)
A questo punto delle cose, ci sta che anche Michele stia perdendo un po' il cervello, come suo fratello Emmanuel.
Travolto da una serie di avvenimenti improvvisi e imprevisti, che hanno spazzato via tutte le sue certezze, Michele entra in crisi d'identità e sogna di essere l'Arcangelo Michele a colloquio con una specie di Alter Ego che ha tutti i connotati di Lucifero.
Ecco la prima parte di quel colloquio surreale.
L'interprete è Paolo Malgioglio.
La colonna sonora è composta da "Veridis Quo" dei Daft Punk e dalla versione strumentale di "Dull Jack" tratto da "Heretics" di Chaton-Moore-Moor.
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At this point, it is understandable that Michele is also losing his mind a little, like his brother Emmanuel.
Overwhelmed by a series of sudden and unexpected events, which have swept away all his certainties, Michele enters an identity crisis and dreams of being the Archangel Michael in conversation with a sort of Alter Ego who has all the features of Lucifer.
Here is the first part of that surreal conversation.
The interpreter is Paolo Malgioglio.
The soundtrack is composed of "Veridis Quo" by Daft Punk and the instrumental version of "Dull Jack" from "Heretics" by Chaton-Moore-Moor.
I. Nessuno può vedermi piangere
- Nessuno, padre, può vedermi piangere. Perciò ti prego, non voltarti: mi vergogno di queste lacrime.
- Parla, figliolo: ti ascolto.
- Padre, il mio cuore si è ricoperto di tenebra e tutto ciò che vedo è morte. La mia città è diventata per me un supplizio, e la casa paterna una incredibile infelicità, e tutto ciò che avevo messo in comune con lei, senza di lei si è trasformato in una sofferenza lacerante. I miei occhi la cercano dovunque e non la trovano; e odio tutte le cose perché non hanno lei, e non possono più dirmi: "Eccola, verrà", come quando era assente. Io stesso sono divenuto per me un grosso punto interrogativo, e chiedo alla mia anima perché sia così triste, perché mi tormenti tanto, e non sa rispondermi niente. Solo il pianto mi è dolce. Ed io continuo ad essere per me un luogo di infelicità, dove non posso restare, dal quale non posso fuggire.
- Che ti è successo?
- Ho bisogno del tuo aiuto, Padre: da solo non riesco a salvare le persone che amo. Tu sai che ti sono fedele da sempre. Il mio non è un ricatto, ma un grido di disperazione: se non li aiuti, non contare più su di me.
- Erano secoli che aspettavo di sentirti pronunciare queste parole, Mikael.
(L’Essere di spalle si volta sorridendo. Michele si ripara gli occhi con una mano).
- Tu! Mostro.
- Be', addirittura mostro non direi: probabilmente ho perso un po' dello smalto di un tempo, ma sono pur sempre in gran forma. Vedo che non hai ancora imparato che di fronte a me bisogna proteggersi gli occhi con lenti polarizzate. Tieni, indossa questi Persol.
- Perché questo stupido scherzo?
- Francamente, Mikael, non so chi dei due stia prendendo in giro l’altro: o pensi che mi sia sfuggito il tuo mediocre plagio di Agostino? Ti stanno bene quegli occhiali; fra l’altro mascherano le lacrime: il protocollo non prevede che io ti veda piangere.
- Era una citazione, non un plagio.
- E però, quando si fa una citazione, bisognerebbe sempre indicare il nome dell’autore, non credi? Comunque sono qui: vuota il sacco.
- Non intendo parlarne con te, Ishtar. Addio.
- Perché no? L’empatia non è il mio forte, ma sono estremamente curioso e, lo ammetterai, sottile nelle mie analisi. Pur involontariamente, posso aiutarti a districare l’ingarbugliato groviglio in cui ti sei impigliato: se ti dibatti nelle maglie sbagli, ti incagli sempre di più. Che te ne pare del gioco di parole?
- Mi stai prendendo in giro?
- Assolutamente no, cosa te lo fa pensare?
- Non devo ascoltarti: sul piano dialettico sei sempre stato superiore a me; io sono portato per l’azione, non per la parola: “siano le tue parole sì e no”.
- Di nuovo una citazione senza il nome dell’autore: sei incorreggibile.
- E tu sei il solito buffone: ti diverti a giocare con le parole, galleggi sulla superficie della forma invece di badare alla sostanza. Perciò non cogli la tragedia.
- Interessante metafora. Ma l’intelletto puro è fatto proprio così, mio caro: coglie la forma e ne ride. Per questo il comico è superiore al tragico.
- Piantala: i tuoi giochi di parole sono nauseanti.
- Dipende. So impiegare in vario modo le mie armi dialettiche. Ma veniamo a noi: mi par di capire che stai soffrendo per un atomo di nulla che, chissà perché, ha occupato troppo spazio nel tuo accogliente essere spirituale. Non potrò mai comprendere l’interesse di voi spiriti eletti verso creature insignificanti e, sotto tutti i punti di vista, difettose. Si è dato saltuariamente il caso che alcuni di noi, come Samael, provassero attrazione carnale per donne particolarmente predisposte alla copula, ma questo aveva almeno una giustificazione estetica. Il tuo caso è diverso, assomiglia più a una malattia: soffri per una creatura che non ha nulla di interessante, una delle infinite donne qualunque che si sono succedute nella storia del genere umano.
- Questo insignificante atomo di nulla mi era stato affidato, dovevo averne cura. Ci ho provato in totale buona fede: credevo di averle dato tutto quello di cui aveva bisogno per essere felice. Invece l’ho persa.
- E dove starebbe il problema?
- Ho fallito su tutti i fronti: mi sono dato da fare per la mia famiglia, ma i miei sforzi mi sono tornati indietro come un boomerang. Non capisco dove ho sbagliato: ho aiutato mio padre con la fabbrica, ma gli affari stanno andando sempre peggio e lui è ogni giorno più spento e depresso; la mamma si è chiusa in un mondo tutto suo; mio fratello, quel bambino adorabile che portavo in braccio, è diventato un bugiardo asociale, frequenta gente pericolosa e si è portato a letto mia moglie.
- Innamorata di lui, suppongo.
- Sì. L’ha anche messa incinta.
- Complimenti Mikael, un bello strike.
- Dovrei odiarlo, ma lo sai che non è da me. Non mi ero neppure accorto che fosse in pericolo; fingeva bene, ma proprio questo avrebbe dovuto mettermi in allarme: la finzione e la menzogna sono le tue armi.
- È che sei sempre stato un po’ distratto, Mikael; e anche, se me lo consenti, piuttosto presuntuoso. Hai peccato di hybris: non tutto è sotto il tuo controllo, ci lasci spazi di azione troppo ampi.
- Hai ragione, sono distratto. Comunque mio fratello si è messo in salvo da solo, andando a vivere con una ragazza. È figlia di amici di famiglia, persone serie.
- In tal caso abbiamo un problema di meno, no?
- Forse, ma resta una sconfitta personale: non ho capito che stava male, non sono stato in grado di proteggerlo e lui ha dovuto allontanarsi da me per salvarsi. Lei invece non ne ha la forza: allontanandosi da me si perderà. Non sa dov’è, non sa dove andare, soffrirà moltissimo e non potrò fare nulla per lei.
- Mikael, santo cielo, quanto sei melenso. È il solito, trito e ritrito problema delle anime deboli: succede da sempre. E lasciala perdere, no?
- No. Non posso.
- Vedi caro, le donne come lei sono attratte dai personaggi come me, a parte il fatto che io non assomiglio a nessuno. D’altronde è normale: corrompere le anime è il mio mestiere, sebbene ultimamente io mi sia un po’ stufato.
- Stufato in che senso?
- Te lo spiego più tardi, se ne avrò voglia; ma non credo che l’avrò. Ora veniamo al tuo caso. Perdona la franchezza, Mikael, ma hai perso lucidità: dove pensavi di arrivare con questa mediocre recita parrocchiale? Sembra un grottesco vaudeville. Ma chi l'ha scritto il copione? Fammelo conoscere, vorrei sputargli in faccia. Santo Iddio, è un cane: è un testo sfilacciato e pieno di errori, il tuo ruolo è tratteggiato in modo sommario e approssimativo; oltre tutto lo hai preso sul serio, e questa è una gaffe imperdonabile per un attore: lo sai che si deve sempre mantenere una certa distanza dal ruolo che si interpreta, altrimenti il personaggio ci si appiccica addosso come una seconda pelle. Un’interpretazione da dilettante: mi meraviglio di te.
- Quali sarebbero gli errori del copione, Iblīs?
- Ce ne sono un sacco, c'è solo l'imbarazzo della scelta. Riascolta per esempio questa battuta: “Passare il tempo a soffrire per un rapporto malsano è un lusso che non posso permettermi, senza contare che lo giudico un comportamento da veri miserabili.”...
- Pronto... Pronto! Non ti sento più bene, la linea è disturbata...
- Eh lo so, va e viene. Sono i ragazzi della fascia di Kuiper, si divertono a fare scherzi.
- Eh? Come?
- Sì vabbè... ci sentiamo, Mikael, ti richiamo più tardi.
- Pronto! Pronto!!