Emmanuel - The broken diary - Quinta e ultima stagione - Fifth and Final Season
E' disponibile su Amazon l'intero romanzo di Emmanuel:
Sono inoltre disponibili su Audible, sotto forma di audiolibro, la prima e la seconda parte del romanzo di Emmanuel:
Emmanuel - Il diario interrotto - Parte I (Il vento dentro)
Emmanuel - Il diario interrotto - Parte II (La metafora perfetta)
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Il romanzo è tratto da un diario autentico, scritto da un adolescente di cui si sono perse le tracce anni fa, che chiameremo per convenzione Emmanuel; il libro è ambientato nei primi anni '90. Emmanuel è un adolescente irrequieto, incapace di accontentarsi del molto che possiede e con una personalità borderline che lo porterà a fare esperienze intense e disordinate, alla ricerca di un "senso". In questa sua ricerca travolgerà diversi personaggi, tra cui Antonia, la fidanzata del fratello Michele.
Gli interpreti sono due bravi attori-doppiatori, Elisa Gandolfi e Paolo Malgioglio.
Emmanuel - The broken diary - Quinta e ultima stagione - Fifth and Final Season
3.18. Un cono alla fragola ("Oh scusa, mi ero dimenticato di dirtelo: Emmanuel se n'è andato")
Siamo giunti alla penultima puntata della terza stagione.
Antonia, appena tornata dal viaggio di nozze, viene a sapere da suo marito Michele che Emmanuel se n'è andato.
E' uno shock terribile per lei.
Gli interpreti sono Paolo Malgioglio e Elisa Gandolfi.
La colonna musicale è composta da cover di "And I Love Her" dei Beatles.
...
We have reached the penultimate episode of the third season.
Antonia, just returned from her honeymoon, learns from her husband Michele that Emmanuel has left.
It's a terrible shock for her.
The interpreters are Paolo Malgioglio and Elisa Gandolfi.
The musical soundtrack consists of covers of "And I Love Her" by the Beatles.
- Dove vai, amore? Resta qui.
- Dobbiamo alzarci: i miei ci aspettano per mezzogiorno.
- Sempre con questi orari, perfino la domenica. E poi sono solo le nove.
- Non mi piace arrivare in ritardo, lo sai. Tu però puoi dormire ancora un po’, se vuoi: devo farmi la doccia, la barba... Rimettiti a nanna, hai l'aria stanca.
- Dovremo raccontare tutta la luna di miele?
- Tutta, giorno per giorno; e proiettare le diapositive, anche.
- Dio, no: che razza di banalità.
- Banalità perché? È un modo come un altro per condividere le cose belle con le persone care.
- Dovrò raccontare anche che ho vomitato per tutta la crociera? Non è stata una gran bella esperienza.
- Su questo sorvoleremo. È strano però, non avevi mai sofferto il mal di mare: forse dovresti farti un controllo.
- Non è niente, non preoccuparti: colpa di quelle onde lunghe. Mi svegli tu quando sei pronto?
- Certo, amore.
...
C'è il traffico congestionato della domenica mattina e l'afa soffocante tipica del mese di luglio: i cantieri sono un po' dappertutto, non si riesce a muoversi. La mia città è irriconoscibile, stravolta da modifiche insensate alla viabilità; i criteri urbanistici di questa giunta sono incomprensibili per qualunque persona di normale buon senso, già solo per il fatto di avere alterato la geometria perfetta dell’originario accampamento romano. Anche se considero l’ottimismo un doveroso esercizio di razionalità, ammetto che attraversare il centro di Torino è diventato per me un supplizio: Piazza Castello piena di pensiline e transenne, l'eleganza cartesiana di Piazza Vittorio stravolta da strani oggetti tondeggianti che spuntano dall'originaria pavimentazione di porfido, corso Vittorio sconciato dalle barriere della cosiddetta metropolitana leggera: è tutto assolutamente orrendo per uno come me, abituato a quello che una volta era il "salottino buono" d'Europa. Non riesco ad immaginare a quali altri obbrobri dovrò abituarmi. Il fastidio congiura con il caldo afoso per rendermi la situazione insopportabile; per fortuna la Saab monta un eccellente condizionatore. Mi fermo all’ennesimo semaforo rosso.
- Non tenere la bocchetta dell’aria condizionata puntata direttamente in faccia, Antonia: ti prendi un accidente.
- Ma fa un caldo tremendo.
- Poi non lamentarti se ti viene la tosse. Già che ci siamo, dovresti proprio entrare nell’ordine d’idee di mettere la cintura di sicurezza.
- Lo sai che non la sopporto. Piuttosto ti pago io la multa.
- Anche la Saab protesta, senti?
- Che palle ’sti svedesi.
Prende la cintura e la passa dietro il sedile, infilando il gancio nell'apposito alloggiamento per far cessare il bip-bip. Tipico di Antonia.
- Non riuscirai a farmi incazzare, sai? Sto vivendo un momento magico. Però non approfittarne troppo.
Durante la crociera in Grecia si è rilassata e divertita, la sua salute si è ristabilita completamente, fisicamente è rifiorita: ha messo su un paio di chili nei punti giusti, è abbronzata e piena di piccole lentiggini che le donano molto. Però non è ancora tornata competamente in sé: è spesso distratta, indifferente, apatica, anche a letto. Credo che sia preoccupata di non riuscire a darmi un figlio: di proposito non tocco mai quel tasto. Magari proveremo ad adottarne uno, anche se in Piemonte è quasi impossibile riuscirci. Non so perché, ma noi italiani godiamo del singolare privilegio di ritrovarci sempre le persone sbagliate al posto sbagliato in tutti i principali settori di controllo: in particolare questo è un malanno endemico del settore pubblico, e i cosiddetti servizi sociali ne sono la miglior prova.
Comunque Antonia sembra felice, appagata, come se avesse improvvisamente raggiunto il suo scopo. La sua perenne inquietudine è scomparsa: si lascia galleggiare in un pigro torpore, come un gatto arrotolato al sole. Se da una parte questo mi fa piacere, dall'altra mi insospettisce, perché non è da lei. Provo a sondare il terreno:
- Con l’università quando ricominci?
- A fine settembre, c'è tempo.
- Non è che te la stai prendendo un po’ troppo comoda?
- In che senso?
- Nel senso che dovresti preparare il concorso, no?
- Dovrei. Ma è tutto lottizzato, lo sai. Cito alla lettera le parole della mia relatrice: “Lei è brava Antonia, ma senza la tessera di un partito non assumeremmo neppure Dante Alighieri”.
- E brava relatrice, proprio un bell'esempio.
- Non è colpa sua, sono tutti così.
- E tu prendila, la tessera.
- Ma per favore, Michele: mi sentirei ridicola.
- Dico sul serio.
- Hai presente il mitico Collina?
- Chi?
- Quello della conferenza del professor Perona.
- Ah sì, ricordo, quello di storia dell'arte. Perona aveva costruito tutta la mostra sulla scoperta di un presunto Guercino, ma Collina gli ha smontato l'attribuzione in dieci minuti. Una figuraccia da seppellirsi.
- Precisamente lui. Collina non vincerà mai un concorso universitario, appunto perché è troppo bravo: li ha tutti contro; se vuole farcela deve andare all'estero.
- E perché non ci va?
- Magari lo farà. Per adesso lavora con delle gallerie private, fa il consulente per un importante antiquario.
- Per tornare a noi, amore, se c’è bisogno di una tessera di partito non c'è problema. Potrei anche provare a farti raccomandare da...
- Grazie, no.
Interrompe bruscalmente il discorso, incrocia le braccia e si chiude in un mutismo ostinato che non lascia presagire niente di buono. Approfitto del parcheggio della Gran Madre per fermare il motore e intavolare un discorso. Mi volto verso di lei e la guardo seriamente:
- Antonia, c'è qualcosa che non va?
- No, perché?
- Sei strana. Ti vedo assente, demotivata, non hai mai niente da dirmi, non comunichi più. Una volta parlavi per ore, adesso sono io che devo cavarti le parole di bocca. Ti sembra normale per due che sono appena tornati dalla luna di miele?
- Ma che dici? Sto bene.
- Guarda che io non ti tolgo nessuna delle tue libertà, non cambia niente il fatto che ora tu sia mia moglie. Se l'università a Torino non funziona puoi provare con il professor Mostarda: scrivigli, digli che vorresti lavorare per lui. Era il tuo sogno, no?
- Ma è lontanissimo.
- Lo so che è lontano, ma potresti lavorare part-time.
- Michele, siamo sposati da pochi giorni e vuoi già liberarti di me?
- Ma no, amore. È solo che vorrei vederti felice.
- Ma io sono felice.
- Lo vedo che sei felice, ma ti trovo strana. Anche…
- Anche a letto, lo so. Non preoccuparti, sono gli strascichi dell'operazione: ho ancora un po' di paura.
- È normale, hai bisogno dei tuoi tempi per riprenderti.
- Senti, però non possiamo stare fermi qui senza l'aria condizionata: questo caldo mi uccide. Mi prenderesti un gelato?
Ho parcheggiato proprio di fianco alla nostra gelateria preferita. I gelatieri torinesi sono dei maestri, ciascuno col suo inconfondibile stile, come i grandi pittori: lui può essere paragonato a un Tintoretto.
- Certo.
- Prendine un po' anche per i tuoi.
- Buona idea. Aspettami in macchina, ti lascio i finestrini abbassati. Cosa ti prendo?
- Un cono alla fragola.
- Ma non ti è mai piaciuta la fragola.
- Lo so, ma adesso mi va. Ho cambiato gusti.
Torno con una mano occupata da un pacchetto di gelato e l'altra dal cono alla fragola, che mi si sta sciogliendo sul polsino della camicia. Glielo porgo attraverso il finestrino.
- Grazie. Che gusti hai preso per i tuoi?
- Frutta e crema.
- Come, solo crema? Niente cioccolato?
- No: ai miei non piace il cioccolato.
- Piace a Emmanuel.
- Ah, giusto. Che stupido, non te l'ho ancora detto.
- Cosa?
- Aspettami un minuto, vado a pagare.
...
- Partito? Come partito?
- Sì, per la Toscana.
- E l'esame?
- Non si è presentato all’orale.
- Ma perché?
- Tu non potevi seguirlo perché avevi i preparativi del matrimonio e lui non ha aperto un libro. Ora non sentirti in colpa, eh? Tu hai fatto quello che hai potuto, la colpa è sua. È un pazzo mio fratello, lo sai.
- Ma dove?
- Te l'ho detto, in Toscana, dalle parti di Siena. Lui dice che ha bisogno di cambiare aria, ma non la racconta giusta. La verità è che si è preso una cotta per quella biondina che c'era al nostro matrimonio.
- Ma chi?
- Non la conosci, è la figlia di Benvenuti, un socio d'affari di papà. Si chiama Arianna. È andato a stare da lei; lui dice per un po', ma mi sa che non lo rivedremo tanto presto.
- Ma quando?
- Te l'ho detto, l'ha conosciuta al nostro matrimonio e due giorni dopo è partito, mentre noi eravamo a Corfù.
- E i tuoi?
- Ovviamente erano furiosi per l'esame. Poi però si sono calmati un po' quando Arianna è venuta a trovarli: è una ragazza perbene, carina e rassicurante. Ed è anche intelligente: ha saputo toccare i tasti giusti, ha giurato che preparerà la maturità insieme a Emmanuel e ha dato la sua parola d'onore che l'anno prossimo sarà promosso. Meglio per te, no? Così non dovrai più stargli alle costole per farlo studiare.
- E i tuoi l'hanno lasciato partire?
- Ormai mio fratello è maggiorenne, Antonia, può fare quello che vuole. E poi, te lo dico sinceramente, è meglio così: cominciavo ad essere preoccupato per lui. È pallido, ha delle brutte occhiaie, si vede che non sta bene. Secondo me c'entra ancora Michelle, anche se non me lo direbbe mai. Quella ragazza ha qualcosa che non mi piace; Arianna invece mi sembra una con la testa sul collo. Tutto è bene quel che finisce bene, non pensiamoci più. L'unica che l’ha presa male è Teresa: da quando è partito ha sempre una faccia da funerale, chi l’avrebbe mai detto che quella donna gli fosse così affezionata.
Ma, amore, perché non stai più attenta? Ti sei rovesciata tutto il gelato sulla gonna.