Emmanuel - The broken diary - Quinta e ultima stagione - Fifth and Final Season

4.9. Parametri (Aiuto Dottore, Emmanuel sta diventando pazzo)

Antonia Del Monaco Season 4 Episode 10

Come avrete notato, il diario di Emmanuel è per lo più rivolto in seconda persona ad un "dottore" innominato, che poi sarebbe il suo psicanalista.

Ora facciamo la conoscenza di questo singolare personaggio, che vediamo a colloquio con Arianna: la ragazza infatti, seriamente preoccupata per le stranezze del comportamento di Emmanuel, ricorre al suo aiuto supplicandolo di accettare il ragazzo come suo paziente.

Gli interpreti sono Elisa Gandolfi e Paolo Malgioglio.

La colonna sonora è una versione strumentale di "Gong-oh" di Paolo Conte.

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As you may have noticed, Emmanuel's diary is mostly addressed in the second person to an unnamed "doctor", who would then be his psychoanalyst.

Now let's get to know this singular character, whom we see in conversation with Arianna: the girl in fact, seriously worried about the strange behavior of Emmanuel, turns to his help begging him to accept the boy as his patient.

The interpreters are Elisa Gandolfi and Paolo Malgioglio.

The soundtrack is an instrumental version of "Gong-oh" by Paolo Conte.

- No, dottore, non si tratta di questo: direi che il rischio anoressia l'abbiamo superato. Sono qui per un altro problema, forse più grave.
- Sicura? Guardi che non è facile uscire dall'anoressia.
- Sì, sono abbastanza sicura: si riesce a farlo mangiare e si sta rimettendo in forze. Abbiamo scoperto che gli piace molto il panforte.
- Quello di Manganelli è speciale.
- Lo so, ce lo porto spesso.
- Le dà fastidio il sigaro? Non si potrebbe fumare, ma le regole sono fatte apposta per essere trasgredite.
- Prego, faccia pure: siamo nel suo studio.
- Lo sa cos'è questo?
- Certo, dottore: un sigaro.
- Niente affatto, signorina: è un Buttero ammezzato. Sente che meraviglia? Note pepate e legnose, tipiche del miglior Kentucky italiano. Nessun altro tabacco le sprigiona. Dicevamo?
- Dicevo che sono le sue condizioni mentali che mi preoccupano. Non posso dire niente ai miei, si spaventerebbero moltissimo e mi costringerebbero a lasciarlo: per lui sarebbe la fine e io ne soffrirei a morte. Ho assolutamente bisogno di parlarne con lei, dottore. 
- La ascolto.
- Anzitutto c'è il problema della fotofobia: mi corregga se sbaglio, credo che si chiami così.
- Esatto.
- Emmanuel ha paura della luce del sole, dice che lo soffoca. Di giorno ha sempre il batticuore, riesco a farlo uscire solo verso sera. 
- Potrebbe soffrire di una patologia oculare: lo avete fatto visitare da uno specialista?
- Sì, ma non ha nulla agli occhi. Appena esce alla luce del sole viene preso da crisi di ansia e di panico.
- Penserei piuttosto ad un'agorafobia. Ha tutta l'aria di un disturbo ossessivo-compulsivo: in psicoanalisi è tuttora definito nevrosi ossessiva. Avete provato con gli ansiolitici?
- Sì, dottore, ma non li vuole prendere: non vuole più mettersi in corpo roba chimica. Ora sto tentando con la valeriana e con altri prodotti naturali e va un po' meglio: viene a scuola indossando gli occhiali scuri e sono riuscita a fargli fare qualche passeggiata all'aperto. Le campagne senesi sono così belle.
- Senz'altro, le più belle al mondo. 
- Ma sembra che lo mettano a disagio, non so perché.
- Forse gli rievocano qualche ricordo.
- È possibile, dottore, ma non parla mai del suo passato. È come se non se lo ricordasse più.
- È un meccanismo di autodifesa, in certe situazioni è bene che scatti. Non se ne deve preoccupare più di tanto.
- Non è tutto qui, purtroppo. Domenica scorsa ho creduto che fosse uscito definitivamente di senno. 
- Racconti.
- Eravamo in macchina per una stradina di campagna: non so se ha presente quello sterrato lunghissimo che passa attraverso le Crete.
- Il percorso dell'Eroica?
- Sì, proprio quello. Ad un certo punto sento dei cani che abbaiano e vedo delle automobili e dei furgoni fermi sul ciglio della strada. Guardo in giù e vedo dei tizi con i giubbotti segnaletici che inseguono una volpe. Doveva essere una femmina in allattamento, era spelacchiata e molto malridotta. Erano in sette, con i fucili e cinque cani, dietro una povera bestia terrorizzata.
- E quindi?
- Io volevo andare via subito, ma lui ha tirato il freno a mano, è saltato giù dalla macchina e ha cominciato a inseguirli urlando come un pazzo.
- Ha fatto bene, odio i cacciatori: come si fa a sparare ad un animale inerme? Non gli resta un residuo di senso etico? Anche solo reminiscenze scolastiche, per dire.
- O del catechismo.
- No, del catechismo no: la religione cattolica se ne infischia degli animali.
- Ma c'è san Francesco, dottore.
- Giusto uno. Ad ogni modo continui.
- Come stavo dicendo, si è messo a inseguirli.
- E che gli diceva?
- Fermi, lasciatela stare, cose così. Ma loro hanno sparato e l'hanno ammazzata. Allora ha cominciato a urlare insulti irripetibili.
- Me li ripeta.
- Dottore, ma se sono irripetibili...
- Sono io a chiederglielo: e se glielo chedo, vuol dire che ho bisogno di saperlo.
- Come vuole. Bastardi, figli di puttana, luride merde. Quelli gli hanno messo le mani addosso e lui s'è aperto la camicia e ha urlato sparate a me se ne avete il coraggio, maledette carogne. Io piangevo e gli gridavo smettila, ma sembrava che non vedesse l'ora di fare a botte.
- È un soggetto violento?
- Per niente, dottore. E poi, come le ho detto, non è neppure tanto in forma.
- Fuma? Beve? Si droga?
- No, lo tengo sotto stretto controllo. Fumare, poi, non gli piace.
- Buon per lui, il fumo fa male. Com'è finita?
- È finita che sono corsa giù anch'io: speravo che lo lasciassero stare perché c'era di mezzo una donna. L'ho preso per un braccio, ma lui non la piantava di urlare. Quando s’è voltato ho fatto un salto indietro per lo spavento: aveva gli occhi iniettati di sangue, la bava alla bocca come un epilettico, sembrava indemoniato. E poi, a un certo punto...
- A un certo punto?
- Gli ha gridato una cosa assurda, dottore.
- Assurda come?
- Li ha chiamati "discepoli di Satana".
- Strano insulto: ha un che di letterario, stonato, fuori contesto.
- Infatti. Per farla corta, sono riuscita a trascinarlo alla macchina e mi sono scusata con i cacciatori. Li odio anch'io, ma avevo paura che ci sparassero nella schiena.
- Non l’avrebbero mai fatto, da quei vigliacchi che sono. Ammazzare una persona non è come sparare a una volpe, mia cara signorina: ci sono conseguenze penali piuttosto serie.
- Mi sono messa io alla guida, perché lui non era in condizione di guidare, e mi sono allontanata il più in fretta possibile. Dopo qualche chilometro mi sono fermata e ho cercato di farlo tornare in sé. Mi ci è voluta più di un’ora: era sotto shock, aveva le mandibole inchiodate, sudava freddo, tremava tutto e non rispondeva alle mie domande. Aveva gli occhi sbarrati, come se stesse assistendo a una scena spaventosa che si svolgeva nella sua testa. Non era con me, dottore, non so dove fosse. Era come se si fosse immedesimato in quella volpe. 
- Effetto Nietzsche, direi.
- È tanto grave?
- Cara signorina, se dovessimo basarci su parametri  darwiniani, tutti gli eroi, i martiri e i grandi pensatori religiosi sarebbero da considerare prodotti evolutivi di scarto. Quel ragazzo è, diciamo così, sano come poteva esserlo il principe Myškin.
- Chi?
- L'Idiota.
- È terribile.
- Chi può dirlo? Forse è più sano di noi, ma totalmente inadeguato al mondo reale. Per potersi permettere una sensibilità del genere bisogna avere una grande forza d'animo, che lui non ha; altrimenti si è come lumache senza guscio e il finale è scontato: si viene spiaccicati.
- Devo preoccuparmi?
- Voglio essere franco, signorina Benvenuti: sì, deve preoccuparsi. 
- Oh mio Dio...
- Non intendo crearle illusioni: sarà molto difficile che quel ragazzo possa diventare un adulto normale, ammesso che ce la faccia a sopravvivere. E con questo la saluto, è quasi ora di pranzo e oggi mia moglie mi ha fatto la lepre alla cacciatora con le bacche di ginepro. 
- La prego, dottore, non mi mandi via così: ho bisogno di lei, sono disperata. So che non accetta nuovi pazienti, ma la scongiuro, faccia un'eccezione per me. Non perché conosce mio padre, naturalmente non le sto chiedendo un favore personale...
- Eh, il caro Benvenuti. Si giocava a bridge insieme, da giovani.
- Sì, me l'ha raccontato.
- Abbiamo fatto parte del Blue Team, lo sa? Bei tempi. Lei gioca a bridge?
- Un po’, da dilettante.
- Non si può giocare un po’ a bridge: o si gioca o non si gioca. Le suggerisco come alternativa la canasta benefica, mi sembra che possa fare al caso suo. 
- Grazie, dottore.
- Come sta suo padre?
- Mio padre sta bene e la saluta. Dottore, io...
- So già tutto, signorina. La sua cara mamma me ne ha parlato qualche giorno fa: è preoccupata anche lei, cosa crede? S'è fatto due chiacchiere in centro alla Lizza. Mi ha detto che se ne sta già occupando il collega De Martino.
- È un bravo psicologo, ma io ho tanta fiducia in lei. La prego.
- Ci tiene così tanto a quel ragazzo?
- Sento che potrei uccidere per lui, dottore.
- Attenta, ci pensi bene: uccidere per lui o per avere lui?
- Tutt'e due le cose.
- No, signorina Benvenuti, non è affatto la stessa cosa. Mi permetta una domanda: se questo ragazzo è così pieno di problemi, per quale motivo vuole stare con lui a tutti i costi? 
- Be', ma perché io...
- È innamorata di lui, lo so. Ma non creda che questo sia normale: non c'è nulla di normale nell'amare in quel modo patologico che tutti danno per scontato. Perciò ci sta che fra i due il più sano di mente sia lui, visto che lei si ostina ad amare un ragazzo che lei stessa considera uno squilibrato. 
- Dottore, veramente io...
- Perdoni la franchezza, signorina, ma sentivo di doverglielo dire. Stia in guardia, da se stessa come da lui. Quanto al ragazzo, me lo porti fra una settimana per un consulto: telefonerò io al collega, ci metteremo d’accordo. 
- La ringrazio infinitamente, dottore. Ma nel frattempo io cosa posso fare?
- Nulla. Anzi, una cosa sì: porti al ragazzo questa scatola di toscani Ambasciator Italico e gli chieda cosa ne pensa.
- Sarà fatto, dottore, anche se non credo…
- E cerchi di farlo desistere dalla sua endura.
- Cioè?
- Lo porti più spesso da Manganelli.